CinemAbruzzo Campus Artist

Antonio Cafiero

Perché hai scelto di lavorare nell’industria cinematografica?

L’arte è sempre stata qualcosa che mi dava piacere e gioia di vivere. Penso che il cinema inglobi tutte le altre arti: musica, fotografia, poesia e così via. La possibilità di raccontare storie, di trasmettere emozioni mi ha affascinato da subito. L’adrenalina che si produce in me ogni volta che creo qualcosa di nuovo, qualcosa che assomigli ad un mondo reale e irreale allo stesso tempo, la possibilità di fantasticare e rendere reali le mie fantasie, di correggere ciò che penso meriti direzioni diverse. 

Soffermarsi su punti di vista spesso trascurati o inesplorati, e perché no: la possibilità di piantare un seme che chissà quale frutto potrà far crescere nello spettatore, così come i frutti che sono nati dentro di me grazie ai film che hanno cambiato la mia vita.

Come ti approcci alla sostenibilità ambientale?

Ricordo che a casa mia più o meno una volta all’anno arrivava un pacco con dentro dei vestiti che i miei cugini più grandi non indossavano più, il mio guardaroba è sempre stato così. Penso che questo esempio racchiuda ciò che la sostenibilità ha significato per me fin da bambino, insomma è sempre stata una necessità, che poi si è trasformata in un modo più maturo di vedere le cose. Cerco sempre di fare del mio meglio. Credo che se ognuno facesse oggi la sua parte non saremmo nella situazione attuale. Evito la plastica, compro solo i vestiti necessari e sto attento ai rifiuti. Sono però convinto che le manovre per la sostenibilità debbano partire dalle strutture politiche, e che il piano per rendere questo mondo sostenibile debba essere su scala globale.