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CinemAbruzzo Campus Artist

Danielle Rotholi

Perché hai scelto di lavorare nell’industria cinematografica?

Ho scelto più l’arte che l’industria, in quanto non sono realmente inserita né riesco a mantenermi esclusivamente lavorando in questo campo. È la mia arte, il mio modo di mostrare il mondo e condividere il mio punto di vista. I miei documentari mi consentono di essere creativa ed esplorare il mondo esterno. Non pagano le bollette, ma in un certo modo mi rendono libera. Ho scelto il cinema ispirandomi a mio papà, che giocava con i super 8 in giovane età, ma non ha mai potuto inseguire il sogno di una carriera nell’audiovisivo. Fare film soddisfa anche il mio piacere estetico ed è il mio modo di esprimermi. È come dipingere e vedermi in una proiezione; ogni documento ha l’impronta del mio Zeitgeist, quindi ogni produzione rappresenta anche il mio stato d’animo e le mie capacità in quel momento. È come un pezzo di me là fuori da vedere, giudicare e discutere. Credo che attraverso i film possiamo condividere la nostra mentalità, ispirare gli altri, portare in discussione argomenti rilevanti e ritrarre il mondo in un modo particolare.
 

Come ti approcci alla sostenibilità ambientale?

Le azioni significano più delle parole. Cerco di disincentivare tra familiari e amici l’assurdo consumo su cui si basa la nostra società, cercando anche di ridurre l’uso di plastica. Faccio volontariato settimanalmente per il movimento sociale Foodsharing.de, salvando il cibo destinato ad essere gettato nella spazzatura.

“La sostenibilità ambientale è una questione di consapevolezza e le persone dovrebbero parlarne di più, capire meglio come la catena di produzione e l’utilizzo da parte dei consumatori possono essere dannosi per il mondo in cui viviamo.”