CinemAbruzzo Campus Artist
Giovanni Chiappini
Perché hai scelto di lavorare nell’industria cinematografica?
È un ambiente di lavoro che cambia forma, con tutte le arti coinvolte, in cui l’individualità conta tanto quanto il lavoro di squadra e la praticità quanto l’intuizione e l’abilità artistica; col tempo ho scoperto che era il modo perfetto per esprimere i miei sentimenti e pensieri, per dare forma concreta alla mia creatività. Dà senso alle mie esperienze di vita: ogni volta che viaggio, incontro persone, penso e sogno sento che è per uno scopo più alto, raccogliere significati e immagini per la mia prossima storia.

“Penso che questa sia la più sublime delle vite.”
Come ti approcci alla sostenibilità ambientale?
Vivo in una casa in campagna, immersa nella natura e negli animali della fattoria. Ho sempre pensato che le persone che vivono qui si preoccupassero della natura, ma la mia prospettiva è cambiata quando, un giorno, un mio amico apicoltore, guardando i raccolti che crescono nei campi, mi ha detto che questi erano “deserti verdi” sospesi in un ciclo infinito di sfruttamento . Quando guardo alle questioni ambientali, cerco sempre di guardare al quadro generale, da un punto di vista antropologico e sociale. Nel 2020 ho avuto l’opportunità di lavorare con il mio amico apicoltore e insieme abbiamo realizzato “Ichor” un cortometraggio sulle api, che vivono in un regno da favola, governato da un dio lontano, l’apicoltore, intrappolato in un ciclo di sfruttamento. Credo che dobbiamo considerare le questioni ambientali come il risultato delle nostre abitudini sociali, che dobbiamo cambiare. Mi piace chiedermi perché succedono le cose e ho notato che a volte scelte lontane nel nostro mondo sono legate a problemi a noi vicini in modo imprevisto. A volte capita che qualcuno inventi l’insalata in sacchetti di plastica e tutto va storto.